Le imposte sugli autoveicoli sono poco gradite dai contribuenti dovendo sostenere già oneri gravosi in termini di assicurazione e manutenzione del veicolo. La “tassa di circolazione” – chiamato anche “bollo” – è un’imposta dovuta, ma a questa è subentrato l’obbligo del “Superbollo” per i possessori di auto dalle cilindrate superiori a 185 KW, solitamente auto di lusso, anche se non è una regola.
Nel corso degli anni, i tentativi di abolizione del superbollo sono sempre falliti, trattandosi di un introito importante per sostenere le Casse dello Stato. Nella Legge di Bilancio 2019 si era paventata – per l’ennesima volta – l’ipotesi di abolizione del superbollo, ma gli emendamenti alla Manovra potrebbero far di nuovo desistere dal farlo.
La maggiorazione erariale sull’imposta di circolazione fu introdotta con l’art. 23, comma 21 del Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011, noto anche come Decreto Salva Italia durante il Governo tecnico a guida Monti che prevede il pagamento di una maggiorazione sul bollo dei veicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con una potenza pari o superiore a 225 KW, ma già nel 2012 la maggiorazione ricade anche sulle vetture di cilindrata pari o superiore a 185 KW. Per ogni KW superiore alla soglia si addebita un aumento compreso tra 10 e 20 € per KW.
In particolare, l’obbligo dell’addizionale sul bollo riguarda tutti i possessori, vale a dire:
tutti i soggetti con veicoli che risultano iscritti al PRA (Pubblico Registro Automobilistico). La maggiorazione – fino al 10 novembre 2011 – è stata pari a 10 € per ogni KW di potenza superiore alla soglia di 225 KW, ma dal 2012, la maggiorazione è stata portata a 20 € per ogni KW di potenza superiore alla soglia di 185 KW: se, per esempio, l’imposta di base da corrispondere calcolata sulla cilindrata da 190 KW è di 800 €, si aggiungono 100 € di superbollo per il superamento della soglia di 5 KW per un totale di 900 €.
Esistono naturalmente anche diversi casi in cui è prevista l'esenzione dal pagamento di bollo e superbollo dell'automobile. Gli automobilisti che rientrano in questa ambito molto particolare sono quelli che hanno venduto la vettura prima della scadenza annuale periodica della tassa; coloro che beneficiano di un regime di esenzione da tale pagamento; quegli utenti che usufruiscono di una sospensione dal versamento delle tasse automobilistiche e, infine, quegli appassionati possessori di auto storiche, come espressamene indicato nella Circolare nº49 dell'Agenzia delle Entrate.
Nella Legge di Bilancio 2019 è stato proposto un emendamento che sostiene l’abolizione del superbollo. L’emendamento al DDL 792 è stato introdotto dal senatore Andrea De Bertoldi che giunto al vaglio del Parlamento non è stato approvato per cui anche nel 2019 vige l’obbligo di pagare il superbollo. Chi è in ritardo, può confidare nelle procedure stabilite dalla pace fiscale. Il testo richiedeva l’esplicita abolizione del superbollo della maggiorazione sulla tassa automobilistica per i veicoli di grande cilindrata, in particolare l’abolizione del superbollo dell’articolo 23, comma 21 del D.L. n 98 del 6 luglio 2011 convertito con modificazioni dalla Legge n. 111 del 15 luglio 2011.
Il bollo auto è una delle imposte più “odiate” dall’utente italiano e se a questa si aggiunge anche la maggiorazione su alcune categorie di veicoli diventa anche un’imposta tra le più evase, ma al contempo si tratta di una tassa molto redditizia: si calcola, infatti, che le entrate ricavate dal pagamento del bollo auto sono pari a 5,9 miliardi di euro. Le imposte incassate finiscono nelle Casse degli Enti Regionali che a loro volta destinano gli introiti per:
Fino a quando resta in vigore, l’imposta è un obbligo per tutti i soggetti che risultano iscritti al PRA e sono possessori di vetture di cilindrata superiore a 185 KW alla scadenza del termine utile di pagamento della tassa automobilistica.
Il pagamento del bollo e superbollo si può effettuare presso gli sportelli ACI dislocati sul territorio, oppure tramite il modello F24 – elementi identificativi, il pagamento va fatto senza ricorrere alla compensazione. L’imposta è regionale e annuale, quindi gli importi calcolati sulle cilindrate variano da Regione a Regione, mentre la scadenza per l’anno di imposta corrente ricorre allo scadere della stessa alla data dell’anno precedente: per esempio se la scadenza è 30 aprile 2018, la scadenza per il 2019 sarà il 30 aprile 2019 e quella per l’anno successivo sarà il 30 aprile 2020 e così via. È bene ricordare che si ha un mese di franchigia per il pagamento, per cui per un’imposta che scade il 30 aprile 2019 si ha tempo fino al 31 maggio 2019 per evadere l’obbligo.
L’importo è calcolato sulla cilindrata e la potenza del veicolo e nel caso di veicoli di potenza pari o superiore a 185 KW si applica la maggiorazione di 20 € per ogni KW in più, così per un’auto da 200 KW si arriva a pagare fino a 300 € di superbollo + bollo auto.
Il sito dell’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti un sistema di calcolo online del bollo e superbollo, l’applicazione permette alla fine di generare e stampare il modello F24 compilato con i dati inseriti dall’utente e l’importo da versare.
La legge prevede dell'abolizione del superbollo in funzione dell’età del veicolo: quanto più il veicolo di grande cilindrata è “anziano” tanto maggiore è la riduzione, nelle seguenti misure:
Secondo una stima dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, l’Italia si trova al primo posto un Europa per volumi di vendita relativamente alle auto a GPL: 2,3 milioni di auto circolano nel nostro territorio con questo tipo si alimentazione. Ma cosa spinge gli italiani a scegliere il GPL? Solo il fatto che un pieno costi 20 euro rispetto agli 80 di benzina, o c’è dell’altro? Uno dei vantaggi di questo motore è relativamente al bollo dell’auto: in linea di massima le auto alimentate a GPL hanno una riduzione notevole del 75% sul pagamento totale del bollo e, questa disposizione, è stata data a tutte le regioni che poi possono prevederne addirittura l’esenzione totale.
Questo avviene perché le istituzioni private e pubbliche stanno sempre più tenendo in considerazione i problemi ambientali e, fare uno sconto notevole sulla tassa per la circolazione e sulle sue estensioni come il superbollo, costituisce un gran vantaggio per il benessere collettivo, oltre che per quello dei singolo proprietario della vettura. Nella regione Lombardia, il governo regionale ha disposto che per tutti i veicoli a GPL l’abolizione del superbollo corrisponde al 100%. Analogamente avviene in Piemonte, dove però è stato puntualizzato che il veicolo deve avere uno specifico impianto di fabbrica: il veicolo, per beneficiare dell’esenzione, deve uscire dalla concessionaria con un sistema di alimentazione gpl già impiantato. L’abolizione del superbollo sulla circolazione vale cinque anni solo se l’installazione avviene in una fase successiva.
Tutte le altre regioni offrono l’esenzione secondo la percentuale indicata per prima all’interno di questo paragrafo. In merito al superbollo le auto a GPL non hanno motivo di preoccuparsi, diversamente da tutte le altre automobili che hanno scelto un differente sistema di alimentazione. Chi possiede una macchina la cui cilindrata è superiore a 185 kw è tenuto, per legge, a pagare questa maggiorazione erariale, nei confronti della quale molto si sta discutendo. Nei confronti di questa tassa bisogna assumere un atteggiamento di coscienza: chi non vuole pagare una cifra esorbitante dovrebbe prendere atto di quale mezzo circola ogni giorno in città. Con il denaro non si risolvono i problemi ambientali e, ridurre sostanzialmente una tassa così radicata nel tessuto sociale, è un atto volto ad accendere le coscienze cittadine, le quali dovrebbero acquistare un’automobile non in relazione al prestigio che porta, ma in base alla sua utilità e al suo consumo annuo, che molto spesso si rispecchia anche sui gas di scarico emessi.
E nel caso ci si "dimenticasse" di pagare il superbollo? Per gli automobilisti distratti si puó fare ricorso al cosiddetto "Ravvedimento Operoso". In pratica, prima di vedersi recapitata una lettera con un avviso di un accertamento per omesso versamento del superbollo, l'automobilista puó rettificare la propria situazione, pagando quanto dovuto, a cui poi si devono aggiungere sia gli interessi (dello 0,01%) per ciascun giorno di ritardo nel pagamento e sia una sanzione minima, se si utilizza il cosiddetto ravvedimento operoso superbollo.
In quest'ultimo caso, l'utente ritardatario dovrá pagare non solo la quota consueta di superbollo (cioé 20 Euro per ogni Kw superiore ai 185 Kw della vettura posseduta), ma anche un importo variabile in base ai giorni di ritardo nel pagamento della tassa stessa. In particolare:
Un ritardo nel versamento di questa tassa entro due anni dalla sua scadenza, comporta un "Ravvedimento Lunghissimo" e per l'automobilista una sanzione del 4,29%, che si incrementa al 5% nel caso in cui si superino i due anni nel pagamento.
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