Sempre più green e sempre più noleggio anche in Italia e BMW con la sua I3 sta portando avanti uno dei migliori progetti. Andiamo incontro al futuro, andiamo incontro a un domani più sostenibile, più pulito. Sì, perché l’auto elettrica rappresenta la chiave per ridurre al minimo l’inquinamento, senza perdere in qualità e in prestazioni.

Menu di navigazione dell'articolo

E non è un caso che, seppur con una certa e inevitabile lentezza, i numeri del noleggio a lungo termine dei veicoli elettrici siano in aumento. Un po’ per curiosità, un po’ per quel desiderio di dare alle future generazioni un ambiente maggiormente vivibile, iniziano ad essere sempre di più le persone che si affacciano al mondo dell’elettrico. In Europa i numeri sono superiori, ma c’è da dire che gli italiani si stanno indirizzando con una certa decisione verso l’acquisto e il noleggio delle vetture a impatto zero. Basti pensare che solo nel mese di luglio c’è stato un sostanziale incremento, con quasi 700 vendite, circa il 30% in più rispetto ad un anno fa.

Secondo i dati raccolti dal Ministero Infrastrutture e Trasporto, è emerso un numero particolarmente interessante, nel quale si sottolinea come la quota di mercato delle vetture a batteria sia cresciuta (0,4% sul totale della alimentazioni rispetto allo 0,3% dell’anno precedente).
 
Le case automobilistiche stanno studiando soluzioni rivolte all’orientamento ‘verde’ e tra le più attive c’è la Bmw con la sua I3 e altre automobili in cantiere, con un progetto elettrico decisamente ambiziosa. Il marchio tedesco sta concentrando le proprie forze sul segmento elettrico-ibrido. Un piano che, secondo le previsioni, dovrebbe portare entro il 2025 alla produzione del 15/25% di vetture ‘green’ rispetto al totale.

Ma il futuro per Trevirent è adesso, per questo è possibile usufruire di una offerta di assoluto livello in termini di qualità e prezzo. La soluzione elettrica presentata dal nostro noleggio a lungo termine si chiama Bmw I3, una proposta da valutare con grande attenzione. 

Caratteristiche della BMW i3

 

Il design e l’aspetto estetico di questa vettura ibrida può lasciare interdetti gli amanti delle linee classiche della BMW, tuttavia le sue dimensioni (4 metri di lunghezza, 78 cm di larghezza e 58 cm di altezza) sono sinonimo di abitabilità per 4 persone normopeso. Il passo di 257 cm garantisce comunque il confort di seduta sia nei posti posteriori che anteriori. Esteticamente, la calandra è stilizzata, con gruppi ottici alogene. Osservando la fiancata si osserva la portiera con ingresso keyless (senza chiavi), i cerchi in lega da 19 pollici e le portiere posteriori con apertura a specchio rispetto a quelle anteriori. La soluzione è interessante, ma poco funzionale e anche scomoda perché non si possono aprire o chiudere se quelle anteriori non sono aperte e il caricamento di oggetti o persone è difficile o scomodo se ci sono altre auto parcheggiate a fianco. Il bagagliaio non è capiente, ma si può utilizzare il vano libero del cofano che non ospita il motore, in quanto le batterie sono collocate sul pianale. Le bocchette per il “carburante” sono due:

  • Una anteriore per la benzina;
  • una posteriore per la ricarica elettrica a scelta tra Combo e Mennekes.

Relativamente agli interni, BMW i3 sceglie le linee futuriste con materiali compositi. I finestrini posteriori sono fissi, mentre la visibilità anteriore è grande. La plancia è minimale, mentre il comparto dei rapporti si gestisce con un grande Satellite nei pressi del volante che si colora di blu in modalità “elettrico”. La plancia di comando si compone di due display: uno davanti all’autista è il computer di bordo con tutte le informazioni utili come la velocità, la carica residua, i comandi per passare da una modalità all’altra. Il secondo display è posto al centro e serve per gestire l’infotainment (musica, collegamento a smartphone, navigatore, climatizzatore). Il confort generale è dato dalla presenza di numerosi vani portaoggetti, dalla scelta di tre modalità di guida, da alcuni accorgimenti come la regolazione delle sedute e del volante in altezza e profondità.

Le motorizzazioni

La BMW i3 è una vettura ibrida a benzina. La prova su strada ha, però, dimostrato che è più premiante l’uso dell’elettrico sulle lunghe distanze rispetto alla benzina: infatti, con la modalità a benzina in città si riducono i consumi, mentre in autostrada i consumi si stabilizzano se si mantiene una velocità di crociera costante su 110 km/h; l’elettrico, invece, premia sulla guida uniforme e regolare sulle strade statali e in autostrada. Per scegliere sempre la soluzione ottimale di guida, diventa utile il range extender che si attiva automaticamente, ma che al di sotto del 70% di carica, occorre inserirlo manualmente. Il range extender è un motorino elettrico da 650 cm cubici con un serbatoio per la benzina verde di soli 10 litri, ma che permette di guidare per altri 100 chilometri in attesa di trovare una colonnina di ricarica. Si tratta di una soluzione che altre auto elettriche non possiedono. L’acquisto della i3 con range extender però ha un dato negativo: non si possono usufruire dei benefici fiscali e non si viene esonerati dal bollo auto o dal pagamento dei parcheggi nei centri storici perché non viene classificata come vettura elettrica o ibrida “pura”. Dal punto di vista delle prestazioni, la BMW ibrida i3 ha un’accelerazione da 0 a 100 di 8 secondi e si raggiungono velocità di punta di 150 km/h.

Il principio delle auto ibride 

Quando si parla di auto ibride, in genere, si fa riferimento a tutte quelle automobili che si rifanno all’utilizzo di due motori: uno elettrico e uno termico che può essere alimentato sia a benzina che a gasolio. 

A decidere di avvicinarsi al mondo dell’ibrido sono quelle persone che oltre a voler rimanere in scia di quelle che sono le ultime novità dal punto di vista tecnologico pensano, giustamente, all’impatto ambientale che le stesse avrebbero. 

In un mondo dove ormai l’inquinamento la fa padrone (sia esso inteso acustico, atmosferico, delle terre e delle acque) il pensiero alla natura è d’obbligo: uno dei primi passi, in questo senso, potrebbe essere per l’appunto l’utilizzo di auto ibride che, a differenza di tutte le altre vetture in circolazione, ridurrebbe drasticamente i dati inerenti all’inquinamento.  

Il veicolo ibrido, comunque, permette anche di ottenere corposi risparmi nell’arco di un anno solare: a fronte di una spesa leggermente superiore sull’acquisto della vettura, i guadagni si vedono a lungo termine. La sua propulsione elettrica, infatti, fa sì che le spese di gasolio e benzina vengono abbattute e con il prezzo dell’oro nero al barile farsi due conti è molto semplice. 

Le nuove auto,  comunque, si dividono in tre varianti differenti tra di loro in base al rapporto che intercorre tra il motore elettrico e quello termico:  

  • Ibrida full: è quella in grado di muovere la vettura con la sola forza del motore elettrico. Ovviamente in questo caso le prestazioni dipendono solo ed esclusivamente dalla potenza della batteria; 
  • Ibrida Plugin: sono leggermente più potenti delle precedenti e una volta caricate (3-4ore) hanno un’autonomia di 50-60km circa. In ogni caso, nel momento in cui la batteria si scarica, il passaggio al motore termico è automatico con consumi comunque contenuti; 
  • Ibrida Mild: il motore elettrico viene utilizzato solo in alcuni momenti come ad esempio l’accensione del motore. In questo caso non vi è la possibilità di camminare senza emettere gas nocivi ma è ugualmente permesso l’ingresso gratuito nelle zone a traffico limitato. 

A differenza di quello che si può pensare, comunque, a livello di manutenzione le auto ibride non richiedono attenzioni particolari. Di base sono vetture comunissime ipso facto i tagliandi sono equivalenti a tutti gli altri: anche dal punto di vista di motore e di centralina le attenzioni sono canoniche e non si devono avere timori reverenziali se si pensa alla manutenzione. 

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.