L'articolo 12, comma 21 del disegno di legge di stabilità, dal 2013 ha cambiato le regole per la deducibilità auto aziendalie  per la detraibilità dell’Imposta del Valore Aggiunto (Iva).

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Le piccole e medie imprese, le aziende industriali e artigiane, i liberi professionisti e chiunque svolga un’attività lavorativa con obbligo di apertura di partita Iva e che hanno la possibilità di godere della deducibilità dalle tasse dei costi per acquisto, manutenzione, l’Iva, i costi di carburanti, assicurazione, bollo auto, cioè praticamente quelle voci che riguardano le spese che l’imprenditore deve sopportare per l’uso delle auto aziendali, ricevono una notizia che sicuramente non gli piacerà, praticamente la deducibilità per tali spese viene ridotta della metà.

La deducibilità dei costi per le auto aziendali esclusivamente strumentali all’attività d’impresa è del 20% mentre precedentemente era del 40%. Rimane invariata al 70% la deducibilità per le auto che sono permanentemente assegnate all’uso dei dipendenti.

Quali i limiti nel 2017?

assicurazioni auto aziendali

Le aziende e i liberi professionisti, tranne i rappresentanti di commercio, devono rispettare dei limiti fissati, che possono essere detratti dalla dichiarazione dei redditi:

Per l’acquisto delle auto aziendali avvenuto fino al 14 ottobre 2015 il costo massimo che si può ammortizzare in 4 anni è di 18.076 €, con il 20% di deducibilità stabilito con la nuova legge di stabilità e con i 4 anni di ammortamento, avremo 3.615 € annui come tetto di deducibilità.

Per quelle acquistate dal 15 ottobre 2015 fino al 31 dicembre 2016 il costo massimo che si può ammortizzare in 4 anni è di euro 25.306,39, con il 20% di deducibilità stabilito con la nuova legge di stabilità e con i 4 anni di ammortamento, avremo euro 5.061,27 annui come tetto.

Per le auto aziendali acquistate da agenti e rappresentanti di commercio, la deduzione è dell’80%, mentre quella dei taxi, per quelle per scuole guida o per noleggio, è al 100%.

Se l’auto acquistata dal 15 ottobre 2015 fino al 31 dicembre 2016 viene usata per più di 183 giorni l’anno per lavoro da un dipendente durante tutto il periodo d’imposta: la percentuale di deducibilità rimane invariata al 70%, e il restante 30% tassato al dipendente, al quale deve essere aumentato il reddito con un importo corrispondente in base alla seguente formula.

Per le auto aziendali acquistate il leasing

Mentre fino al 2014 la quota di deduzione fiscale era in base alla durata del contratto di leasing, dal 2015 non lo è più.

Per l’acquisto delle auto aziendali in leasing il costo massimo che si può ammortizzare in 4 anni è di 18.076 €, con il 20% di spesa deducibile per quelle acquistate dal 15 ottobre 2015 fino al 31 dicembre 2016, il costo massimo che si può ammortizzare in 4 anni è di euro 25.306,39, con il 20% di spesa deducibile. 

Se l’auto acquistata in leasing viene usata permanentemente per lavoro da un dipendente durante tutto il periodo d’imposta: la percentuale di deducibilità è del 70%.

IVA per le auto delle imprese per l'ssn nel 730

Le imprese per l’acquisto del parco macchine e dei relativi componenti e ricambi utilizzate esclusivamente come strumentali nell'attività propria dell'impresa, possono portare in detrazione l’Iva e godere della deducibilità per i costi di acquisto e noleggio, anche in caso di macchine di uso promiscuo, la cui attività sia prettamente ad uso dell’impresa.

Per parco macchine aziendali si intende, tutti i veicoli a motore che non siano trattori agricoli o forestali, generalmente usati per trasporto di persone o cose con peso massimo non superiore a 3.500 Kg, non con più di 9 posti a sedere, compreso l’autista.

Abbiamo già parlato della deducibilità dei costi di acquisto delle auto aziendali, ridotto al 20%, che si applica anche per i costi extra-benefit di quelle in uso dagli amministratori. Con la nuova legge di stabilità, avremo 3.615 € annui come tetto massimo di deducibilità e il costo fiscale 18.075,99 €. Per i noleggi a lungo termine il tetto massimo di deducibilità è di 994,18 € annui e il costo fiscale 3.615,20 euro.

Le percentuali  (IVA E IRPEF)

L’Iva si detrae per il 100% per i veicoli concessi in uso strumentale, di rappresentanza o pubblico, per quelli fatturati ai dipendenti e per gli agenti di commercio e i rappresentanti. Si detrae il 40% dell’Iva per quelli a motore che non siano usati esclusivamente per l’esercizio d’impresa, dell’arte o della professione. La detrazione dell’Iva del 40% è anche per carburanti, custodia, manutenzione e riparazione del mezzo.

Liberalizzazioni, cosa cambia per la RC Auto

Il decreto liberalizzazioni prossimo ad entrare in vigore contiene importanti novità per ciò che riguarda la RC Auto. Il Governo ha provveduto infatti a ordinare una materia che negli ultimi anni ha lasciato un’eredità pesante sia per quanto riguarda le frodi che per l’aumento delle tariffe.

Le novità RC Auto

Sono molte le misure che modificheranno il campo delle assicurazioni. Queste misure sono state dettate dalla necessità di invertire la rotta in un settore in cui diversi aspetti erano nebulosi e poco chiari. Una delle novità riguarderà la sostituzione del tagliando cartaceo con quello elettronico: questi tagliandi saranno in grado di gestire le violazioni del Codice della Strada e soprattutto rappresenteranno un’arma contro l’evasione. Con questo sistema infatti non sarà più possibile esibire certificati contraffatti.

La scatola nera per le auto assicurate

Sarà possibile inoltre installare (facoltativamente) la scatola nera sulla propria autovettura: questo apparecchio servirà per ricostruire nei minimi dettagli le fasi del sinistro stradale e chi vorrà avere questo dispositivo avrà uno sconto sulla tariffa. Le misure elaborate dal Governo per la RC Auto conterranno anche sanzioni più severe per i furbi, meccanismi antifrode e rimborsi più rapidi.

Le conseguenze delle misure RC Auto

Una delle conseguenze più importanti a seguito dell’approvazione del decreto liberalizzazioni sul fronte della RC Auto riguarderà il risarcimento danni. Data l’anomala situazione italiana (su ogni quattro incidenti vi è un risarcimento per lesione fisica) saranno aboliti tutti i risarcimenti riguardanti le micro lesioni non riscontrabili, come per esempio i colpi di frusta. In Italia infatti le denunce per lesioni hanno raggiunto quote molte alte, addirittura del 40% a Foggia e Taranto con una media generale nel Paese del 23%.

Liberalizzazioni assicurazioni contro le frodi

Troppe frodi che hanno costretto il Governo a una revisione in questo ambito soprattutto in riferimento all’aumento delle assicurazioni negli ultimi anni. Dal 1994 ad oggi c’è stato infatti un incremento del 194% delle tariffe e la RC Auto è aumentata sia nel 2010 che nel 2011 circa il doppio rispetto all’inflazione. Le misure prese, coniugate a un inasprimento delle pene, hanno come obiettivo quello di far calare i prezzi dei contrassegni e per questo scopo è previsto anche l’obbligo di presentare al cliente i preventivi di almeno tre diverse compagnie assicurative, previo la nullità del contratto e di una forte ammenda per le stesse case assicuratrici.

Liberalizzazioni Rc Auto, le critiche

Le proposte contenute nel decreto liberalizzazioni hanno scatenato vive proteste sia da parte dei consumatori che dall’associazione delle assicurazioni (l’Ania). Quest’ultima infatti ha parecchio criticato le misure in questione, apportando una modifica nell’interpretazione delle stesse, come per esempio sulla Tariffa unica nazionale.

Per quanto concerne, invece, il mandato all’agente, la protesta è un po’ unanime; la proposta di presentare tre preventivi è una modifica illusoria per il mercato visto che l’agente stesso cercherà di portare vantaggio alla propria compagnia assicurativa, altrimenti perderebbe di conseguenza il cliente.  

Altre critiche sono arrivate per il fatto che si doveva intervenire più sulla domanda che sull’offerta e le misure prese nel decreto liberalizzazioni sulla Rc Auto avrebbero dovuto prevedere altri provvedimenti. Uno di questi era la riforma dell’Autorità di vigilanza per controllare in modo più oculato l’aumento dei premi assicurativi.

La riforma sulle liberalizzazioni, quindi, lascia tutti scontenti, come spesso accade in Italia: ogni associazione di categoria ha infatti criticato le modifiche al proprio settore. Ci sarebbe da capire il motivo: reale convinzione o solo difesa degli interessi di parte?

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.