Nel novero dei provvedimenti che il governo di Giuseppe Conte - secondo le indiscrezioni più recenti - sarebbe in procinto di approvare c'è quello relativo all'assicurazione obbligatoria per i veicoli: sembra, infatti, che l'esecutivo sia al lavoro per pianificare una Rca a tariffa unica. Questo vuol dire che il premio sarebbe lo stesso per tutti e che non ci sarebbero differenze a livello geografico: come si può intuire, nel caso in cui dovesse prendere forma, un cambiamento di questo genere avrebbe le fattezze di una vera e propria rivoluzione.
Allo stato attuale, ci sono differenze tra le polizze assicurative per i veicoli non solo su base regionale, ma anche fra una città e l'altra. Numerose sono le variabili che determinano i costi delle tariffe: oltre al luogo in cui il contratto viene sottoscritto, anche la classe di merito e l'età. L'esposizione a truffe, furti e incidenti fa sì che in una certa città il costo della polizza possa essere più o meno alto rispetto a quello di un'altra città. In linea di massima, al nord si paga meno che al sud: ecco perché una eventuale tariffa unica finirebbe per colpire le tasche dei cittadini settentrionali.
Il Sole 24 Ore ha messo a punto alcune proiezioni che permettono di tenere conto delle possibili variazioni con cui si avrebbe a che fare. In funzione di queste proiezioni, si può verificare come i rincari più consistenti si potrebbero registrare nelle città di Bolzano, di Cuneo, di Aosta, di Udine, di Pordenone, di Verbania, di Belluno, di Vercelli, di Sondrio, di Novara, di Trento, di Imperia e di Viterbo. Come si vede, non ci sono città del Sud, e il Centro è rappresentato unicamente da Viterbo. A Bolzano l'aumento potrebbe raggiungere addirittura il 40%, mentre a Imperia i rincari potrebbero rientrare nell'ordine del 20%.
Mentre il Nord paga, il Sud ne approfitta: in effetti, con l'eventuale applicazione della tariffa unica a beneficiare di un risparmio notevole sulla Rca sarebbero proprio i cittadini meridionali. A Napoli il calo dei costi sarebbe di oltre il 60%, e anche a Caserta il risparmio sarebbe simile. Dopo Reggio Calabria, le altre città che otterrebbero i vantaggi più evidenti sarebbero Crotone, Taranto e Salerno. Solo Massa-Carrara rappresenta il Centro Nord, perché poi l'elenco prosegue con Brindisi, Bari e Vibo Valentia. E le grandi città italiane? Se la tariffa unica dovesse veramente vedere la luce, i prezzi a Roma potrebbero calare di più del 30%, mentre a Palermo e a Firenze il risparmio sarebbe di circa il 30%
In attesa di capire quali saranno i provvedimenti del governo in materia, per gli automobilisti non c'è altra soluzione che quella di mettersi in cerca delle compagnie che offrono le tariffe più convenienti: Amatucci assicurazioni è, per esempio, sinonimo di affidabilità e di professionalità. La sensazione di numerosi osservatori, tuttavia, è che con la tariffa unica a essere penalizzati sarebbero i proprietari di veicoli più onesti, che sarebbero costretti a far fronte a un aumento dei costi non motivato: se si tratti di una mossa intelligente in vista delle prossime elezioni europee, sarà solo il tempo a dirlo.
La scelta di creare una rc auto omogenea nasce dalla misura detta “taglia scartoffie e leggi inutili”, la quale cancella 100 adempimenti per le imprese e ingloba misure per ottenere assicurazioni più eque. La voglia di cambiare nasce dalla scelta del Vicepremier Luigi Di Maio, il quale di recente si è pronunciato sugli eccessivi prezzi assicurativi, che vanno a discapito di chi non causa mai incidenti. Il concetto di tariffa unica però nasce già nel 2017, insieme alla novità degli sconti e dei super sconti per i più virtuosi del meridione che montano la scatola nera. Purtroppo però la riforma non è stata attuata a causa della mancanza dei decreti attuativi: la manovra del 2019 sembrerebbe però dare una svolta decisiva a questo progetto. Quest’ultimo però sembrerebbe trovare, lungo la sua strada, mille ostacoli, tra cui quello che vede negli sconti imposti dallo stato, una violazione delle norme europee sulla libera concorrenza di mercato. L’associazione delle assicurazioni, ovvero l’Ania, mette in guardia su un cambiamento di questo genere, affermando che se al sud i virtuosi pagheranno meno, in qualche modo, per far si che i conti si riequilibrino, il nord sentirà amare conseguenze.
L’allarme era stato già lanciato da altre associazioni e, già quando si discuteva sul disegno di legge, l’Ania aveva apertamente dichiarato che: “ Invece di sostenere misure improponibili dal chiaro sapore elettorale, occorrerebbe affrontare le vere ragioni che tengono alti i prezzi della Rc auto in alcune Province del Sud”. Questa norma che vede la regolarizzazione delle rc auto risulta per cui illegittima, perché contrasta le direttive comunitarie che vietano imposizioni alle compagnie, tra cui la condizione di prezzo di qualunque tipo. Per di più, risulterebbe insostenibile decretare a favore di assicurati che non hanno mai causato sinistri negli ultimi anni, un prezzo unico per tutti il territorio e parametrato al livello di tariffa più esiguo: il tutto risulterebbe deleterio e dannoso per il grande meccanismo manualistico su cui, oggi, si edifica la realtà assicurativa.
Di grande rilevanza è anche la conseguenza che verrebbero a subire le regioni più piccole, come il Molise, la Basilicata e la Valle d’Aosta che pagano sensibilmente meno a causa di una presenza demografica imparagonabile rispetto a metropolitane quali Roma e Bologna. Insomma, sulla tariffa unica c’è ancora molto da risolvere e, sulla base degli andamenti attuali, sembrerebbe più un tentativo dello stato di colmare lacune nascoste, piuttosto che tutelare gli automobilisti e i pedoni della strada.
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