Dopo aver parlato delle Carrozzerie amiche convenzionate con Allianz, oggi ci tuffiamo in un nuovo argomento.

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La tanto bistrattata assicurazione auto serve, nel caso di incidenti, a risarcire non soltanto i danni creati ai mezzi ma anche quelli alle persone. Nel caso dei più comuni tamponamenti, spesso si rinvengono solo lesioni lievi, che spesso sono traumi da distorsione del rachide cervicale, ossia il colpo di frusta, che si caratterizza per un dolore acuto e prolungato al collo ma anche vertigini, mal di testa e dolori o rigidità alle braccia.

Se prima bastava che la vittima si facesse certificare da un medico del pronto soccorso questo trauma per ottenere un Rimborso dall'assicurazione, a causa delle tantissime truffe, di chi, grazie a dottori conniventi o a vere e proprie messe in scena, otteneva dei soldi per un danno finto, adesso l'iter è differente. Vale comunque la pena ricordare che l'innalzamento dei premi delle assicurazioni sono passati anche grazie a i migliaia di furbetti che hanno intascato qualche soldi con questo tipo di raggiro.

Il Decreto Monti del 2012 per arginare questo fenomeno ha decretato che il danno alla persona viene risarcito solo nel caso in cui è provato attraverso un esame clinico di natura strumentale. Quindi una TAC o una risonanza.
Naturalmente se da una parte questo ha scoraggiato i più, naturalmente l'altra faccia della medaglia è che gli onesti cittadini che hanno ricevuto questo tipo di lesione devono sottoporsi ad esami molto costosi. L'effetto comunque non è tardato ad arrivare, e nel primo anno si è registrato un calo di risarcimenti del 30%. Vediamo quindi come ottenere il risarcimento per il Colpo di frusta in caso si sinistro.

La scatola nera e i testimoni

Un altro cambiamento è avvenuto attraverso l'introduzione della scatola nera che in caso di incidente vale come prova per capire il comportamento di entrambi i conducenti. In questo caso la scatola nera può essere importante, perché qualora si dichiari di aver subito un trauma, ma la scatola mostra che la velocità era minima o che addirittura la vettura non era in movimento, questa eventualità è totalmente da escludere. In questo caso sarà molto utile a decretare se si ha il diritto di richiedere un risarcimento per il colpo di frusta.

Come ottenere il risarcimento per il colpo di frusta

Risarcimento per il colpo di frusta

Poniamo il caso in cui vi abbiano tamponato, come si ottiene il risarcimento per il colpo di frusta? Avete appena fatto l'incidente, compilate il modulo, quello blu. Se sottoscritto da entrambe le parti coinvolte nell'incidente allora è una constatazione amichevole. Se vi sono testimoni, si acquisiranno le loro dichiarazioni. A questo punto andate al Pronto Soccorso e fate accertamenti medici e radiografia o TAC. Se la lesione risulta evidente, si potrà inoltrare la domanda alla propria assicurazione, la quale provvederà a nominare un medico legale che, a fornite di tutta la documentazione da voi fornite, emette l'entità del risarcimento per il colpo di frusta.

Il consiglio è quello di fare anche una perizia di parte, per determinare il danno e così non arrivare sprovveduti davanti al medico legale dell'assicurazione, ma sapere più o meno quanto vi spetta.

Con l'introduzione delle nuove leggi, negli ultimi anni è molto più difficile truffare le Compagnie Assicurative con false richieste di risarcimento per il colpo di frusta. Inoltre, bisogna anche pensare al grande risparmio in termini di polizza che si hanno nel caso in cui foste dei buoni conducenti e che non abbiate fatto incidenti. Purtroppo l'RC Auto è una spesa che grava enormemente sulle spalle dei cittadini, ma bisogna anche considerare che i premi si sono alzati tantissimo negli ultimi dieci anni proprio a causa delle frequenti truffe. Con le nuove leggi e la scatola nera, si spera che diminuendo le truffe, possa diminuire anche il prezzo dell'Assicurazione, davvero alto in alcune regioni per esempio la Campania.

Porre fine agli aumenti dei premi delle polizze assicurative

Il codice delle assicurazioni private si è arricchito di due commi che il parlamento italiano ha approvato. Lo scopo che si propongono è quello di porre fine agli aumenti dei premi delle polizze assicurative dovuti agli alti costi dei rimborsi per sinistri con danni lievi alla persona. Le norme sono entrate in vigore il 25 marzo 2012.

Si deduce che non è più sufficiente la semplice valutazione del dolore fisico anche se risulta un referto medico, se è presente una lesione, deve essere dimostrata in base ad un esame diagnostico per immagini, cioè serve una radiografia che accerti un vero e proprio danno che merita il risarcimento per il colpo di frusta.

Per il colpo della frusta senza lesione accertata da accertamento clinico strumentale obiettivo non si ha diritto al risarcimento

Risarcimento per il colpo di frusta

Le normali dichiarazioni dell’automobilista vittima del sinistro stradale che lamenta i danni fisici come il colpo della frusta e per le lesioni di lieve entità anche se in possesso di dichiarazioni di testimoni, senza la conferma dell’esame radiologico che accerta la presenza di una lesione, non ha diritto al risarcimento per il colpo di frusta e alla liquidazione del danno biologico tabellare che prevede la legge.

Interpretando attentamente la legge quindi si deduce che se l’automobilista che in caso di incidente riporti danni fisici, con conseguenti dolori, se sottoposto ad esami radiologici e diagnostici per immagini e si abbia un risconto sintomatico di lesione corporale, ha diritto al risarcimento per il colpo di frusta.

Il mancato successo della procedura sull'indennizzo diretto

Da quando sono state approvate le ultime modifiche sostanziali in materia Rc Auto (sul tema del risarcimento diretto), sono nati dei problemi riguardo l’atto di citazione nell’indennizzo diretto. Può capitare infatti che in caso di sinistro stradale, anche se il chi ha commesso il danno si manifesta come responsabile dell’incidente, si possa essere chiamati in giudizio dalla controparte perché il risarcimento non viene ritenuto equo dal danneggiato.

Il costo delle tariffe assicurative ha avuto una crescita esponenziale nel corso degli anni, anche in conseguenza dell'altrettanto ingente aumento dei risarcimenti dei danni relativi agli incidenti denunciati dagli automobilisti.

Già dal 2007 era stato introdotta dal legislatore la possibilità dell'indennizzo diretto del danno da parte della compagnia del danneggiato, cifra che veniva refusa dall'assicurazione del danneggiante con un importo equivalente alla media dei costi dei sinistri stabilita dalla "stanza di compensazione", un apposito organo intermediario.

Al tempo, si prevedeva che questa modalità di risarcimento avrebbe portato ad un abbattimento delle tariffe pari a circa il 20% che, purtroppo, non si è realizzato.

Questa procedura poteva essere applicata solo nei casi di sinistri stradali in cui non venivano riportate lesioni gravi (per lesioni gravi si parla di 9 punti di invalidità) e per i quali quindi si compila tra i due conducenti dei veicoli come auto, macchine o moto, il modulo di Constatazione Amichevole d'Incidente (chiamato CAI).

I tempi previsti di risarcimento erano di 30 giorni con il modulo controfirmato dai 2 incidentati, 60 nel caso di assenza di una firma o al massimo 90 giorni se il conducente aveva riportato lesioni.

Le sentenze gemelle

Immagine esemplificativa di indennizzo diretto citazione

Uno dei motivi del fallimento di questa procedura di indennizzo diretto è stato il proliferare di situazioni in cui chi presumeva di aver ragione denunciava il sinistro alla propria compagnia, in assenza di assunzione di responsabilità dell'altro conducente, e gli veniva liquidato il danno dopo la presentazione di una serie di elementi probatori (testimonianze, foto, verbali delle forze dell'ordine).

A questo punto il presunto responsabile, a sua volta, tramite un legale cita in giudizio la propria compagnia che ancora non è a conoscenza dell'accaduto e l'altro automobilista, che non si costituisce in giudizio e molto probabilmente verrà condannato in contumacia...

Cosa succedeva prima e dopo il cambio di legge riguardo l'indennizzo diretto?

Prima del cambiamento di legge (ossia antecedente al 2007), il danneggiato chiamava in causa la compagnia assicuratrice del responsabile del sinistro stradale; ora invece, il danneggiato cita la propria compagnia d’assicurazione per quanto riguarda il risarcimento. E’ il cambiamento che rientra nella categoria dell’indennizzo diretto in caso di incidente stradale.

Cos'è l'atto di citazione?

Quando compare allora l’atto di citazione? Viene formulato dal danneggiato qualora egli ritenga che l’entità del risarcimento non è consono o idoneo ai danni riportati. L’atto di citazione viene consegnato al danneggiante e in questo atto viene citato solo lui e la compagnia assicuratrice del danneggiato, non la casa assicuratrice della persona responsabile del sinistro stradale. 

Problemi dopo la notifica dell’atto di citazione

E proprio qui nascono i problemi: la compagnia assicuratrice, non trovandosi citata in giudizio, molto spesso se ne lava le mani dalla questione per cui il danneggiato si ritrova a difendere da solo se stesso anche se è coperto da normale copertura assicurativa. E’ un problema di fondo che molti assicurati hanno fatto notare, trovandosi per esperienza diretta in questo tipo di situazioni, come si evince dalle numerose testimonianze presenti sul web. In questo caso, al proprietario del veicolo, macchina o moto, responsabile dell’incidente viene consigliato di dotarsi di un Avvocato per risolvere la questione, avvocato che non sarà pagato però dalla compagnia assicuratrice ma sarà a spese proprie.

Da qui nascono problemi, dubbi e perplessità da parte dei danneggianti che molto spesso non sanno come comportarsi. In casi come questi, quando si viene notificato l’atto di citazione sull’indennizzo diretto, è utile informarsi bene, leggendo prima di tutto le condizioni del contratto di polizza stipulato con l'assicurazione, per risolvere senza patemi d’animo la faccenda e non farsi prendere da isterismi e panico.

A chi comunicare il danno da risarcire?

Può accadere che vengano comunicati dalla parte interessati una serie di motivi che vanno ad impedire il caso di risarcimento in questa modalità: ad esempio, se non è stata comunicata l'offerta, o il rifiuto dell'offerta, in un arco temporale compreso fra i sessanta ed i novanta giorni, come previsto dal codice delle Assicurazioni.

In questo caso, la persona che ha subito il danno può arrivare a proporre una azione direttamente verso la compagnia assicuratrice con cui ha sottoscritto la polizza.

Secondo una prima interpretazione, che si basa sull'articolo 149 del suddetto codice, quando si chiama in giudizio la compagnia, dovrebbe essere convocato anche il responsabile del danno, ovvero la persona che detiene la proprietà del veicolo, che sia una macchina o una moto che ha commesso l'incidente provando l'azione danneggiante.

Una seconda tipologia di interpretazione, invece, non necessita di alcun intervento del proprietario dell'auto che ha prodotto il danno.

La procedura di indennizzo diretto è stata introdotta grazie al DPR 254/2006 e permette a chi ha subito danni dopo un incidente stradale di chiedere il risarcimento alla compagnia assicurativa, invece che alla controparte coinvolta nell’incidente.

Per ricevere l’indennizzo diretto le automobili devono essere immatricolate in Italia, nella Repubblica di San Marino o a Città del Vaticano.

Questa procedura viene ammessa solo in casi particolari, l’incidente deve riguardare non più di due autovetture e non devono esserci danni alle persone che non siano superiori al 9% d’invalidità.

L’indennizzo viene rilasciato anche nel caso in cui anche le persone trasportate abbiano subito dei danni che presentano un principio d’invalidità superiori al 9%.

Come fare domanda d’indennizzo diretto

La domanda d’indennizzo va inviata via raccomandata o utilizzando la posta certificata e all’interno deve contenere alcune informazioni che serviranno alla compagnia che ha stipulato la polizza assicurativa per pagare il premio.

La richiesta deve contenere:

  • Nome, cognome e codice fiscale della persona che deve essere indennizzata
  • Età. Attività svolta e il reddito del danneggiato
  • Entità delle lesioni avvenute
  • Certificato medico che attesta la guarigione
  • Le dinamiche dell’incidente

Il danneggiato deve anche fare una dichiarazione dove viene attestato che non subisce prestazioni da parte chi gestisce assicurazioni sociali, mentre nel caso in cui nell’incidente sia morto un componente del nucleo familiare va aggiunto lo stato di famiglia.

Casi in cui non si viene indennizzati

 Ci sono alcuni casi che fanno eccezione e che non ricevono alcun tipo d’indennità diretta andiamo a vedere quali sono:

  • Quando l’incidente accadde fuori dal territorio italiano, della Repubblica di San Marino e dello Stato Vaticano
  • Quando la controparte nell’incidente risiede all’estero
  • I casi dove sono coinvolti più di due veicoli
  • Incidenti dove il conducente riporta gravi danni, dove le sue lesioni superano il 9% d’invalidità permanente
  • Un incidente con un ciclomotore sprovvisto del nuovo sistema di targatura previsto dal D.P.R del 6 marzo 2006 n.153

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.